Detrazioni solo con strumenti tracciabili, per la CAO è sbagliato il principio

Iandolo: norma subdola che punta solo a fare risparmiare lo Stato a danno dei cittadini, favorendo l’evasione, le banche e creando disparità tra pubblico e privato.

“La nostra non è una battaglia sindacale a favore dei liberi professionisti ma a tutela del cittadino e del sistema salute odontoiatrico che si fonda sul dentista privato”.
A premetterlo al telefono di Odontoiatria33 è Raffaele Iandolo (nella foto), presidente nazionale CAO, commentando l’entrata in vigore della norma che consente ai cittadini di portare in detrazione le sole spese sanitarie pagate con strumenti tracciabili.

E’ il principio della norma ad essere sbagliato, con la scusa di voler combattere l’evasione in realtà il Governo non ha fatto altro che creare un sistema subdolo che punta a ridurre le detrazioni per cercare di portare un risparmio per le casse dello Stato”, dice Iandolo. Per il presidente Iandolo, impedendo al paziente di detrarre (per il 19%) il costo delle prestazioni sanitarie pagate in contanti con la scusa di voler contrastare l’evasione, si è solo voluto cercare di ridurre le spese portate in detrazione dai cittadini. Ed il presidente Iandolo motiva ipotizzando anche delle cifre: “in un anno la sola spesa sanitaria 'out of pocket' dei cittadini è di circa 10 miliardi di euro, di cui buona parte ad oggi pagata in contanti. Certamente molti si adegueranno pagando con strumenti tracciabili ma una parte continuerà a pagare in contanti perché non ha un conto corrente oppure una carta di credito o un Pos o solamente perché non è a conoscenza della nuova norma”. 

“L’impressione -continua- è che il Governo voglia giocare su questo aspetto per risparmiare, ostacolando di fatto la detraibilità delle spese sanitarie”. 

“Alla fine, molti pazienti che non sono a conoscenza di quanto impone la norma si accorgeranno della mancata detrazione solo nel 2021 quando riceveranno il 730 precompilato del 2020 e la colpa ricadrà sul dentista che secondo loro non avrà indicato correttamente la normativa vigente”, ipotizza il presidente CAO. “Da anni –continua Iandolo- chiediamo ai vari Governi di aumentare le detrazioni fiscali per le cure odontoiatriche e questo non solo aiuterebbe ed incentiverebbe i cittadini ad accedere alle cure ma sarebbe lo stesso paziente a pretendere la fattura. Invece il Governo con questa norma fa la scelta opposta, rendere più difficoltoso e complicato il modo in cui si paga la fattura del medico o del dentista, fino ad impedirne di fatto la detraibilità”.  

“E’ una assurdità, invece di invogliare il cittadini a richiedere la fattura li si penalizza rendendo complicato il modo di pagarla”. Peraltro Iandolo ricorda che le fatture delle prestazioni sanitarie sono già tracciate in quanto inviate dal professionista al StS. “La scelta di demandare poi al professionista di certificare come è avvenuto il pagamento attraverso il Sistema Tessera Sanitaria, aggiunge oneri e responsabilità allo stesso con ulteriori rischi di errori e sanzioni”. 

Una visione del Governo che il presidente CAO definisce “miope” e che a suo dire probabilmente nell’immediato otterrà un risparmio per lo Stato derivante dalle fatture che non potranno essere detratte, ma a lungo andare costituirà un danno erariale in quanto da una parte i cittadini si adegueranno e pagheranno con carte di credito e Pos e dall’altra si favorisce l'evasione nell'ostacolare la detraibilità. 

“Alla fine gli unici che ci guadagneranno saranno le banche”, sbotta Iandolo ricordando come la commissione media sulle transazioni POS sia intorno al 2%. “Garantire tale percentuale su buona parte i quei 10 miliardi di spesa è un bel regalo”, dice. "Inoltre la promessa riduzione di spese e commissioni non è stata attuata e la compensazione fiscale per il professionista non è prevista".  

Altra criticità è la disparità di trattamento che la norma pone tra struttura e professionista privato e quello pubblico o accreditato. La spesa sostenuta presso i primi, in contanti, non è detraibile mentre presso i secondi si. “Non solo si crea una concorrenza sleale tra professionisti accreditati e non accreditati, ma nel caso delle prestazioni odontoiatriche, che al 90% sono rese da privati non accreditati, si penalizzano i cittadini”, dice il presidente CAO. 

La richiesta al Governo della CAO Nazionale è di annullare la norma equiparando le regole tra pubblico e privato.  “Come organo sussidiario dello Stato non possiamo fare altro che portare le nostre indicazioni al Ministro. Nello stilare la norma nessuno ha chiesto un parere alla Federazione ed alla CAO, noi ribadiamo la necessità che la norma venga al più presto modificata perchè si basa su di un principio sbagliato, che invece di creare una reale lotta all’evasione porta solo immediati disagi e problemi per i pazienti”. 

Fonte: Odontoiatria 33

© 2024 Promancad − PI 00790140529